La Mezquita di Cordoba è uno dei luoghi di interesse, per bellezza e valore culturale, da non perdere durante una vacanza in Andalusia, sulla costa meridionale della Spagna. Al centro di una città di piccole dimensioni ma vivace e cosmopolita, è tra le più importanti della Spagna ed è Patrimonio dell’umanità UNESCO.

Mezquita di Cordoba (Cordova): Da chiesa a moschea, poi cattedrale

La grande moschea-cattedrale di Cordova, con la sua complessità, è il risultato dell’incontro e dell’integrazione di stili, culture, intenzioni di committenti diversi. Dal gotico al rinascimento e al barocco, passando attraverso la magnificenza dell’architettura arabo-moresca. L’edificio è il risultato di un dialogo, talvolta conflittuale, tra diverse culture: cristiana (con riferimenti ellenistici, romani e bizantini), islamica e cattolica.

Edificata per volere dell’emiro Abd al-Raḥmān I, tra il 785 e il 787, per realizzarla egli fece demolire una chiesa eretta dai Visigoti circa trecento anni prima, a sua volta costruita probabilmente sui resti di una basilica di epoca romana.

Ampliata successivamente dai tre successori del califfo, arricchendosi di sontuosità grazie a arabeschi, marmi e mosaici, arrivò a ricoprire una superficie di ben 23.000 m2. All’interno vi sono ben 1293 colonne, aggiudicandosi il primato di più grande moschea del suo tempo.

Curiosità sulla Mezquita di Cordoba (Cordova)

Una curiosità. La nicchia che dovrebbe indicare la direzione della Mecca è in realtà orientata a sud-est, verso Damasco, città di origine di Abd al-Raḥmān. Si tratta comunque di un suggestivo piccolo ambiente a pianta ottagonale.

Dopo la conquista di Cordova nel 1236, il sontuoso edificio fu dedicato alla Vergine Maria, consacrandolo, così, definitivamente al culto cattolico. L’altare maggiore venne collocato sotto l’antica torre con lucernario e vennero abbattute alcune colonne per ampliare la navata centrale. La parete confinante con il giardino venne totalmente murata, lasciando una sola apertura centrale munita di porta. Altri interventi seguirono nei secoli successivi per rendere l’edificio più consono al nuovo culto.

Sopravvissuto così alle alternanze storiche e religiose, da basilica dell’Impero Romano a luogo di culto visigotico, a moschea araba e infine cattedrale cattolica, l’edificio ha mantenuto un certo splendore e un indubbio fascino attraverso i secoli. Continua, infatti, a emozionare con la sua bellezza anche il turista non credente, fino ai giorni nostri.

Quando e come visitare la moschea Mezquita di Cordova

Il nostro consiglio è di visitare la Moschea di Cordova con l’assistenza di una guida, in grado di svelare tutti gli affascinanti segreti di questa splendida opera dell’architettura moresca. Potreste anche azzardare una visita in orari diversi, magari al tramonto, quando il gioco di luci e ombre tra le colonne e le navate risulta particolarmente scenografico e suggestivo.

A tal proposito, prima di programmare una visita, meglio consultare la pagina ufficiale della cattedrale dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordova (Sito Ufficiale in lingua inglese), per accertarsi degli orari di apertura e di quelli delle celebrazioni religiose che ancora avvengono nella chiesa. In linea generale, la cattedrale è aperta dal mattino fino al calar del sole, ma in alcune ore potrebbe essere in corso una funzione liturgica (affascinante da seguire, soprattutto se accompagnata da musica) ma che non permetterebbe l’aggirarsi liberamente nell’edificio.

Resta infatti l’obbligo, per i visitatori, di mantenere un comportamento consono all’interno della cattedrale, che rappresenta a tutt’oggi la principale chiesa cattolica di Cordova.

Il giardino interno della Moschea, il Patio de los Naranjos

Patio de los naranjos
Patio de los naranjos

La visita alla moschea prosegue con l’accesso al Patio degli Aranci, con le belle fontane, le palme e i cipressi. Si tratta di un grande giardino chiuso adiacente al lato nord della cattedrale, luogo destinato alle abluzioni durante il periodo di uso musulmano.

Misura 130 metri per 50 e deve il suo nome ai 98 alberi di aranci piantati per volere del Vescovo Francisco Reinoso alla fine del XVI secolo. Gli aranci, idealmente, proseguono le file di colonne dell’interno, mentre sono circondati da portici sovrastati da un soffitto a cassettoni.

Sei porte mettono in comunicazione il Patio de los Naranjos con l’esterno. Sul lato nord, al posto del precedente minareto musulmano, svetta la torre campanaria: elemento caratteristico del paesaggio della città di Cordova.