C’è un momento, poco prima che il treno lasci Tirano, in cui l’aria sa di ferrovia e di montagna insieme. Il rumore metallico delle ruote si confonde con il vociare dei passeggeri, le valigie che si urtano, il profumo del caffè del bar di fronte alla stazione. Ti guardi intorno e capisci subito che stai per partire per un viaggio che non è solo un tragitto, ma una piccola avventura tra Italia e Svizzera, tra ghiaccio e luce.
E allora nasce la domanda che tutti si fanno: Bernina Express o Trenino Rosso?
Cosa tratteremo
Stessa strada, due modi diversi di viaggiare
Entrambi percorrono la stessa linea: sessanta chilometri di curve, viadotti e gallerie che tagliano le Alpi come un filo d’argento. Ma il modo di attraversarli cambia.
Il Bernina Express è il treno elegante, con le sue carrozze panoramiche e i finestrini che arrivano quasi al soffitto. Quando ci sali, ti senti parte di un film: tutto è lucido, ordinato, silenzioso. I panorami scorrono come in un documentario: i ghiacciai sembrano vicini da poterli toccare, i laghi riflettono il cielo come specchi freddi e immensi. L’unica cosa che manca è l’aria che si muove, perché quei finestrini non si aprono. Le foto vengono perfette, ma a volte ti manca il soffio gelido del vento e quel profumo di neve che solo le Alpi sanno avere.
Sul Trenino Rosso regionale, invece, c’è un’atmosfera più vera. I sedili sono semplici, i finestrini si abbassano, e spesso qualcuno tira fuori un panino con lo speck o un thermos di caffè. Quando il treno rallenta, si sente il rumore del ghiaccio che scricchiola sotto i binari. Ti capiterà di parlare con un’escursionista svizzera che racconta del suo villaggio o con un gruppo di studenti italiani che ridono, con le guance arrossate dal freddo. È meno “instagrammabile”, forse, ma infinitamente più vivo.
Fermate, tempo e libertà
Il Bernina Express corre deciso verso St. Moritz, con poche fermate e orari precisi. È la scelta giusta se hai poco tempo o se vuoi goderti il viaggio tutto d’un fiato, come un film senza interruzioni.
Ma se ami improvvisare, il Trenino Rosso regionale è la tua libertà su rotaie. Puoi scendere dove ti va, camminare fino a un punto panoramico, bere una cioccolata calda in una piccola baita, e poi riprendere il treno successivo.
Io, ad esempio, sono sceso a Alp Grüm, dove il silenzio è così profondo che senti solo il vento e, di tanto in tanto, il rumore distante di una valanga. Lì ho comprato una fetta di torta di noci fatta in casa e ho pensato che il viaggio stesso fosse già la destinazione.
Prezzi e prenotazioni: la scelta pratica
Sul Bernina Express bisogna prenotare: il posto è assegnato, il biglietto costa un po’ di più, e c’è un supplemento da pagare. In estate arriva anche a 50 euro, mentre in inverno scende a una decina.
Sul regionale, invece, si sale con un biglietto semplice — niente prenotazioni, nessun posto fisso. Chi arriva prima sceglie la vista migliore, magari quella verso la valle, dove il sole si posa più a lungo nel pomeriggio.
E se viaggi con bambini, sappi che fino a cinque anni viaggiano gratis su entrambi. Sul Bernina, se li tieni in braccio, non pagano il supplemento. Dettagli che fanno la differenza quando si viaggia in famiglia.
Il ritmo del viaggio e la poesia delle fermate
Ci sono viaggi che si ricordano per la meta, e altri per i suoni.
Il Bernina Express è silenzioso: senti solo il fruscio del treno e il click delle fotocamere.
Sul regionale, invece, la porta che sbatte, le risate dei viaggiatori, la voce del capotreno che annuncia “Poschiavo” con un accento che sembra una carezza.
Ogni fermata è un piccolo mondo: a Pontresina senti odore di legno bruciato e scioline, a Ospizio Bernina l’aria punge le guance e fa scricchiolare la neve sotto gli scarponi, a Poschiavo il dialetto cambia e ti sembra di tornare in Italia pur essendo ancora in Svizzera.
È questo il bello del Trenino Rosso: ti fa entrare nei luoghi, non solo attraversarli.
Consigli per chi parte
Un trucco imparato a mie spese: se viaggi con il regionale, parti presto da Tirano, magari con il treno delle 7:40. Ti permetterà di fare tappe e tornare con calma nel pomeriggio.
E ricorda: dopo le 16:48 da St. Moritz, dovrai cambiare a Poschiavo e prendere un bus sostitutivo. Meglio non rischiare.
Se puoi, dormi a Tirano la notte prima: svegliarsi con il profumo dei cornetti e sentire la campana della chiesa mentre il sole illumina i binari vale già il viaggio.
Io ho dormito in un piccolo B&B vicino alla stazione, gestito da una signora che prepara la torta di mele con la ricetta della nonna. Quando ho lasciato la stanza, mi ha salutato dicendo: “Guardi che lassù, il cielo è diverso”. Aveva ragione.
Bernina Express o Trenino Rosso?
Dipende da te.
Il Bernina Express è come un teatro panoramico: ti siedi, osservi, ti lasci incantare.
Il Trenino Rosso regionale, invece, è un viaggio dentro la vita quotidiana delle Alpi: meno patinato, più umano, più vicino.
Io li ho provati entrambi. Il primo mi ha lasciato negli occhi la perfezione dei paesaggi, il secondo mi ha lasciato nel cuore la sensazione del vento freddo sul viso e la voce di una bambina che diceva “guarda mamma, la neve si muove!”.
Forse è proprio questa la differenza: il Bernina Express lo guardi, il Trenino Rosso lo vivi.