Il Centro Italia è ricchissimo di testimonianze architettoniche, spesso frutto del recupero di vecchi edifici di culto pagani dimenticati oppure della loro trasformazione nel corso del tempo.
Purtroppo spesso, a causa di terremoti un pesante livello di incuria, alcune delle strutture più interessanti hanno dovuto fare i conti con crolli e danni che le hanno trasformate del tutto, facendo perdere la funzione originaria.
Una tra queste è sicuramente la bellissima Chiesa di Santa Maria a Vico.
Cosa tratteremo
La Chiesa di Santa Maria a Vico
La chiesa di Santa Maria a Vico si trova a Sant’Omero in provincia di Teramo in Abruzzo.
Vanta una storia che sprofonda nel buio dei millenni, perché è stata costruita sugli antichi resti di un tempio romano, dedicato all’eroe pagano Ercole.
A differenza di tanti altri edifici che si trovano in questa Regione, questa chiesa è riuscita a superare quasi indenne terremoti e guerre.
Si tratta di una costruzione che data la sua fondazione a epoche precedenti all’anno 1000, anche se la sua storia ufficiale è un po’ più breve.
Viene menzionata, infatti, per la prima volta nel XII secolo come Plebs S. Mariae in Vico in una bolla che il Pontefice Anastasio IV aveva indirizzato al Vescovo di Teramo e che riporta la data del 27 novembre dell’anno 1153.
L’architettura della Chiesa di Santa Maria a Vico
In comune con tante architetture dello stesso periodo, la pianta di Santa Maria a Vico è molto semplice. Si tratta di un profilo oblungo rettangolare, molto slanciato e diviso in tre navate, concluso dall’abside in fondo a quella centrale.
Trattandosi di una struttura romanica, l’illuminazione all’interno è di per sé molto scarsa. Sono presenti, infatti, soltanto 5 finestre piuttosto piccole, aperte lungo le pareti e nell’abside, per dare maggior risalto al rosone.
Questo si trova in corrispondenza del portone di entrata e, come tante altre costruzioni dell’epoca, punta in direzione dell’alba.
Un primo rimaneggiamento della struttura risale al ‘300 quando alla chiesa è stata affiancata una massiccia torre campanaria e ci sono stati restauri a carico della facciata.
In passato all’interno di questo luogo di culto si trovavano alcuni affreschi preziosi e di ottima fattura, tra cui una Madonna in trono col Bambino, una annunciazione e un’altra opera con Maria e Gesù neonato, fortemente influenzata da stili giotteschi e probabilmente di origine umbra.
In seguito sono stati poi aggiunti due nuovi affreschi, cioè un San Giovanni Evangelista e un mezzo busto di Cristo benedicente.
Particolarmente interessanti sono i temi nei blocchi del portale, che invece di essere in alto rilievo sono stati scavati.
Questi presentano contenuti classici come l’agnello con la Croce, il leone alato di San Marco,e il bue alato di San Luca, oltre che molti temi geometrici.
Chiesa di Santa Maria a Vico: un patrimonio da conservare
Purtroppo secoli di poca cura e un abbandono quasi completo per tutto l’800 hanno messo a dura prova i pigmenti degli affreschi che in passato sono anche stati maldestramente restaurati e che nel 1970 hanno richiesto un intero campagna di recupero.
Purtroppo ormai il danno era quasi completamente impossibile da risolvere, ma si riescono ancora e leggere molti stilemi del periodo, infatuazioni di scuola umbra e rimandi toscaneggianti.
L’importanza artistica di questa chiesa deriva anche dal fatto che vi si trovano molti elementi che richiamano testimonianze di cultura paleocristiana. Hanno seguito, infatti, una tendenza spinta dall’abbazia di Montecassino in seguito alla Riforma Gregoriana.
L’elemento decorativo della facciata che spicca maggiormente, inoltre, è il così detto Opus Spicatum, cioè l’mpiego di laterizi a spina di pesce che si alternano a mattoni pieni a strati.
Queste caratteristiche sono necessarie per creare un maggior senso di radicamento della struttura e per farne risaltare maggiormente l’importanza come luogo di culto.